Itinerari

In battello per i Navigli di Milano linea 1 delle ”Conche”

Sommario:

In battello per i Navigli di Milano linea 1 delle ”Conche”
L’itinerario delle Conche – punti di interesse
Vicolo dei Lavandai
Palazzo Galloni
La Chiusa della Conchetta
Ponte dello Scodellino
Chiesa di Santa Maria delle Grazie
Chiesa di San Cristoforo

Riaprire I Navigli si puo’
Curiosità – origine del termine “A Uffa” o “Ad Ufo”

In battello per i Navigli di Milano linea 1 delle ”Conche”

Dall’Alzaia Naviglio Grande 4 partono le corse in battello lungo l’Itinerario delle Conche (Linea 1)

L’itinerario proposto per i Navigli di Milano è della durata di circa 55 minuti parte dall’imbarco situato in Alzaia Naviglio Grande in direzione Porta Ticinese si vede il vicolo dei Lavandai, il Palazzo Galloni dove ha sede il Centro degli Incisori, si passa poi davanti alla Chiesa di Santa Maria delle Grazie per poi arrivare alla Chiesa di San Cristoforo, qui il battello vira e ripercorrendo lo stesso tragitto prosegue verso il Ponte dello Scodellino per entrare nella Darsena, si immette nel Naviglio Pavese fino a raggiungere la chiusa della Conchetta con le sue porte vinciane per poi tornare al punto di partenza.

La navigazione è piacevole, si vede questa parte di Milano e dei Navigli con occhi da turista.

È affascinante pensare che Milano con i suoi Navigli un tempo era una città navigabile circondata ad anello da canali e porticcioli stile Amsterdam.

darsena-milano anni 60

Quello che oggi è rimasto è la cerchia dei Navigli, il percorso stradale circolare che racchiude il centro storico, più il Naviglio Grande, il Naviglio Pavese e il Naviglio Martesana vi sono anche una serie di canali più piccoli, i quali scorrono ora sotterraneamente. Tutti gli altri navigli vennero progressivamente coperti dall’Ottocento in poi, fino a quando, negli anni Trenta, fu realizzata la copertura totale della cerchia interna,

Nel XII secolo si diede inizio alla costruzione del primo tratto navigabile. Milano in quell’epoca era una città percorsa da fiumi e solcata da canali regolati da ingegnosi accorgimenti tecnici.

da vinci-Codice Atlantico f. 656a r
Leonardo da Vinci,
Portello di chiusa a porte battenti
Codice Atlantico f. 656a r,
Milano, Biblioteca Ambrosiana

Leonardo da Vinci arrivò a Milano quando il sistema dei navigli e delle conche esisteva già da oltre duecento anni. Tuttavia, data la sua vocazione e il fascino per l’ingegneria idraulica, decise di apportare ulteriori miglioramenti all’intero sistema dei canali: « prima farò alcuna esperienza avanti che io proceda ».

Nel Codice Atlantico viene descritto il sistema della porta della chiusa, il meccanismo di apertura e chiusura dei portelloni di chiusura mediante l’inserimento di un piccolo sportello a chiavistello, manovrabile dall’alto, che permetteva un afflusso di acqua sufficiente ad equilibrare la pressione ai due lati della porta principale.

Nel 2004 all’epoca della giunta Albertini, in Darsena si aprirono i cantieri per la costruzione di un mega parcheggio. L’opera, successivamente bloccata, ha fatto posto ad una riqualificazione che ha restituito ai milanesi un bacino ancora navigabile.

L’area diventerà una zona di passeggio: dal nuovo mercato comunale si arriverà al ponte appena realizzato e lungo il percorso ci saranno panchine e un bar. Torneranno i barconi che percorrono i Navigli e anche l’imbarcadero all’inizio del Naviglio Grande è stato rifatto, nei propositi c’è una Darsena che tornerà ad essere un porto, come ad onorare l’ antico progetto di Leonardo da Vinci, che puntava a creare uno spazio navigabile attraverso i Navigli di Milano.

L’itinerario delle Conche – punti di interesse

Il Vicolo dei Lavandai

Un itinerario alla scoperta dei Navigli che furono non può che partire da Porta Ticinese. Quella che oggi è la Darsena, un tempo era il laghetto di Sant’Eustorgio, mentre percorrendo il Naviglio Grande, che inizia da qui come il Pavese, ci si può imbattere nel vicolo dei Lavandai. Prende il nome da un antico lavatoio, tuttora esistente, alimentato dalle acque del naviglio, dove le casalinghe milanesi fino agli Anni 50 venivano a fare il bucato, strofinando i panni su stalli di pietra ancora visibili. Anche se si parla di lavandai al maschile: ma in passato ad occuparsi del servizio di lavaggio erano gli uomini, organizzati in una confraternita. Oggi, nei locali della drogheria dove un tempo venivano venduti sapone e candeggina c’è un ristorante, El Brellin, che ha mantenuto intatta l’atmosfera del luogo.

Palazzo Galloni

Palazzo Galloni è un vasto e articolato edificio. E’ stato residenza di un’agiata famiglia borghese del ’600. Il corpo principale, arretrato rispetto al ciglio della strada, è preceduto da una bassa costruzione adibita anticamente a magazzino e deposito per le attività connesse alla navigazione sul Naviglio. Si tratta di un semplice tetto di tegole poggiato su cinque grandi arcate delle quali quella al centro conduce ad un cortile. Le altre quattro, fino a ieri grandi varchi attraverso cui passavano carri ricolmi di ortaggi, sono oggi accecate da muri e frammentate da porticine, balconcini e finestrelle di minuscole abitazioni. Oltrepassato il cancello d’ingresso una piccola area aperta, chiusa in fondo dall’alta facciata del corpo principale del palazzo, accompagna in un ampio corridoio che, passando sotto l’edificio, conduce ad un cortile più vasto delimitato dalle due ali dell’edificio. Qui si affaccia il prospetto posteriore del complesso i cui quattro piani sono interamente ricoperti da un gigantesco rampicante di foglie fittissime. All’interno di questa singolare costruzione ferve un’intensa attività creativa data dal ‘Centro dell’Incisione’, fondato nel 1975 da Gigi Pedroli, artista versatile ed eclettico e da Gabriella Casarico organizzatrice di incontri, mostre e altre attività connesse. Al suo interno una scuola d’incisione dispone di ‘antichi attrezzi’ del mestiere. Il Centro, che occupa buona parte del piano terra, si articola in numerose piccole stanze, una per le esposizioni, una per il torchio, l’archivio delle stampe

La Chiusa della Conchetta

La Conchetta è la prima e la più piccola delle quattordici conche che s’incontrano lungo il Naviglio da Milano a Pavia. Si trova appunto fra via Conchetta e via Ascanio Sforza.La Conchetta, è costituita da due canali distinti e paralleli. Un canale laterale detto “scaricatore o di soccorso”, indispensabile per garantire la portata minima e assicurare il tirante d’acqua necessario per le bocche d’irrigazione durante le operazioni di chiusura della conca. Un secondo canale costituito da una vasca per la risalita e la discesa delle imbarcazioni, che viene riempito o svuotato in base alle necessità manovrando le porte. La conca copre un salto di 1,8 metri ed è attrezzata per il transito dei natanti con due porte vinciane: una a monte e una a valle. Quando fu costruito il manufatto era costituito da portine e portoni in legno, da un’edicola in mattoni per il guardiano delle acque e da parapetti in granito su entrambe le sponde.

Ponte dello Scodellino

Il ponte dello Scodellino è il prolungamento di Viale Gorizia verso piazza XXIV Maggio nel punto in cui il Naviglio Grande si immette nella Darsena di Milano.
Denominato “dello Scodellino”perché in passato i conducenti dei barconi adibiti al trasporto di sabbia e altri materiali detti “comballi”, facevano sosta presso l’Osteria del Pallone in prossimità del ponte, per farsi dare una scodella di minestra.

Chiesa di Santa Maria delle Grazie

La Chiesa di Santa Maria delle Grazie al Naviglio di Milano è stata costruita agli inizi del secolo scorso, sui resti di una precedente costruzione, risalente al XVI secolo. La prima costruzione, realizzata attorno ad una immagine ex voto della Madonna, fu distrutta in un incendio nel 1719. Demolita nel 1908, fu ricostruita in stile gotico l’anno successivo, su progetto dell’architetto Cesare Nava. La facciata, purtroppo, è tuttora incompiuta. Di interesse sono le vetrate artistiche all’interno dell’edificio, su progetto di don Domenico Sguaitamatti.

Chiesa di San Cristoforo

Antiche narrazioni attestano l’affetto dei milanesi per questa chiesa che in origine era una semplice cappella coperta da due falde a capanna. Pare addirittura che proprio in questa chiesetta, nel 1176, sia stato dato ai milanesi il primo annuncio della sconfitta dell’imperatore Federico Barbarossa a Legnano da parte della Lega Lombarda. La chiesa (che doveva corrispondere approssimativamente all’attuale navata sinistra) venne ricostruita nel 1192 e fu ampiamente rimaneggiata nel Trecento. La chiesa di destra, comunemente detta Cappella Ducale, è del XV secolo. Fu eretta sotto il patrocinio di Gian Galeazzo Visconti, adempiendo il voto popolare per l’improvvisa cessazione della peste del 1399. La Cappella Ducale venne intitolata non solo a San Cristoforo, come già la chiesa preesistente e l’ospizio, ma anche ai santi Giovanni Battista, Giacomo, e alla Beata Cristina, protettori dei Visconti, per commemorare la vittoria riportata sugli Armagnacchi presso Alessandria il 25 luglio (festa di san Cristoforo) del 1391. Sulla facciata venne inserito il celebre stemma di famiglia con il biscione, accanto a quello del Comune di Milano con la croce rossa in campo bianco.

Riaprire I Navigli si puo’

A quanto pare pensare a Milano come Amsterdam, non è utopico, cito da wikipedia gli studi di fattibilità che vedrebbero possibile riaprire l’interconnessione tra i navigli:

La Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano ha condotto, dal 2008 al 2010, degli studi relativi alla possibilità di riaprire i Navigli. Il professore Roberto Biscardini e l’architetto Andrea Cassone hanno riportato questi studi nella pubblicazione “Riaprire i Navigli si può”, edito dalla casa editrice Biblion Edizioni, Milano, 2012. Il progetto si pone l’obiettivo di riaprire i Navigli a Milano, ripristinando l’antica connessione tra il Naviglio Martesana, da Cassina de’ Pom, nel punto in cui il Naviglio Martesana oggi si infossa sotto via Melchiorre Gioia, verso la Conca dei Navigli fino alla Darsena di Porta Ticinese. Esso prevede la realizzazione di un nuovo canale, lungo via Melchiorre Gioia e lungo la “fossa interna”, di otto chilometri, da realizzare prevalentemente all’interno del vecchio alveo, per garantire il ripristino della continuità idraulica della rete e dei Navigli lombardi. L’idea generale del progetto è stata presentata per la prima volta nella sua complessità e unicità, in coincidenza con la presentazione del volume “Riaprire il Naviglio si può” il 15 marzo a Milano alla presenza del sindaco Giuliano Pisapia. Il progetto è stato ulteriormente illustrato in molti incontri pubblici e in particolare si cita il convegno tenuto il 20 ottobre del 2012 al Teatro Puccini di Milano dal titolo “Riaprire i Navigli. Un grande progetto per Milano, la Lombardia e i suoi paesaggi”, il 15 giugno del 2013 presso la sala Alessi del Comune di Milano con il titolo “Rifacciamo Milano con l’acqua” e l’8 febbraio 2014 a Milano a Palazzo Morando nell’ambito della mostra di Arnaldo Chierichetti con il titolo: “L’immagine dei Navigli tra passato e futuro”. Attualmente l’associazione sta predisponendo il volume: “Milano, nuova città sui Navigli – Criteri di indirizzo per la progettazione e la realizzazione delle opere.”

Curiosità – origine del termine “A Uffa” o “Ad Ufo”

Quando nel 1386 ebbe inizio la costruzione del Duomo di Milano, il Naviglio già poteva essere percorso da grosse barche. Per ridurre i costi di trasporto, tutti i materiali utilizzati vennero infatti condotti alla Fabbrica per via d’acqua. Per la prima volta in Italia tale modalità di trasporto assunse rilevanza decisiva nella realizzazione di una grande opera, anche se notevole fu l’onere economico che la Fabbrica del Duomo dovette sostenere per rendere e mantenere efficiente il Naviglio e per assoggettare ad una rigida regolamentazione l’utilizzo delle sue acque.

Gian Galeazzo Visconti, allora signore di Milano, contribuì alla costruzione del Duomo accordando la facoltà di trasportare per via d’acqua sino a Milano tutto il materiale necessario, senza pagare pedaggi, dazi o altri balzelli, sui barconi della Veneranda Fabbrica venne apposta la sigla AUF (ad usum Fabricae), che nel gergo popolare divenne “ad ufo“, poi passato come sinonimo di gratis.


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link consigliati:

  • Riaprire i Navigli” associazione che ha lo scopo di promuovere la riapertura e la ricostruzione dei Navigli in Milano, coinvolgendo dal punto di vista tecnico e culturale tutti coloro che si riconoscono in questi obiettivi.
  • Navigli Lombardi” è una società che persegue la promozione e la valorizzazione culturale e turistica del Sistema Navigli.
  • Navigli Live” è un gruppo di giovani, impegnati nei numerosi progetti di riqualificazione di quelli che sono i più antichi Canali d’Europa, oggi P.A.N. – Navigli Live è un gruppo costituito da tante persone, di tutte le categorie e di tutte le età, giovani e meno giovani, residenti od operatori dei Navigli ma anche semplici frequentatori o conoscitori della zona, provenienti da qualsiasi altra parte di Milano, d’Italia e del Mondo. uniti dall’Amore per gli storici Canali di Leonardo.
  • “Stagniweb” interessante serie di mappe di Milano con i vari canali navigalibi.