Archeologia industriale

Area ex Falck e villaggio operaio di Sesto San Giovanni

L’area ex Falck di Sesto San Giovanni è un notevole esempio di iniziativa industriale che resta a testimonianza di un periodo storico del nostro paese, un esempio che si potrebbe dire unico, data l’area occupata di un milione e 400 mila metri quadrati ovvero un ottavo del territorio sestese.

Immagini di donne al lavoro

Ad oggi questa vasta area è oggetto di interesse e di intenti progettuali che segneranno il futuro di Sesto come pure dei paesi limitrofi, essendo la cittadina uno snodo fondamentale in virtù della collocazione strategica nella prima cintura della metropoli milanese. Nel progetto di rivisitazione urbana è stato coinvolto anche Renzo Piano argomento che verrà esaminato in seguito.

La Sesto di inizio ‘900 era un piccolo borgo agricolo ai confini di Milano,  che in poco tempo si è trasformata nell’imponente “città delle fabbriche”.

Le tappe di un’ascesa industriale

Stabilimento Vittoria

Il 1906 è l’incipit di una fortunosa successione di eventi, che porteranno Giorgio Enrico Falck affiancato da alcuni soci alla costituzione della Società Anonima Acciaierie e Ferriere Lombarde che comprendeva la ferriera di Dongo e quella di Vobarno.

Con la fondazione dell’azienda nasce lo stabilimento Unione di Sesto, il più grande del complesso,  al quale  seguiranno lo stabilimento “Concordia“, il “Vulcano” e successivamente il “Vittoria“.

A partire dal 1908 nello stabilimento Unione, viene costruito il primo forno (Martin-Siemens), al quale se ne affiancherà un secondo nel 1910. I forni diverranno sei nel 1934, tre invece sono i treni di laminazione.

Nel 1917 al fine di alimentare gli stabilimenti di Sesto San Giovanni si iniziano i lavori per la realizzazione di una serie di impianti idroelettrici a Boffetto sull’Adda in Valtellina, nel 1962 a fine progetto, saranno 15 le catene che produrranno a pieno regime.

Nel 1918 venne costruito l‘Albergo Operaio Falck per ospitare i “pendolari permanenti”, operai provenienti prevalentemente dalle aree lecchesi e bergamasche.

area esterna della parrocchia San Giorgio nel villaggio Falck

Negli anni Venti, si sviluppa il Villaggio Falck dove venne costruita una scuola elementare, progettata dall’ingegner A. Mella. Per iniziativa della famiglia Falck, tra il 1954 e il 1955 due classi della scuola adottarono il metodo Montessori poi esteso anche all’asilo interno al Villaggio Falck.

Nel 1924 viene acquisita la Società Cantieri Metallurgici Italiani di Castellammare aprendo un varco strategico anche nel sud Italia, l’attività verrà poi spostata a Napoli.

Successivamente la società cambiò la ragione sociale, assumendo nel 1934 il nome di Acciaierie e Ferriere Lombarde Falck.

Nell’anno 1935 vengono fondate le Acciaierie di Bolzano.

Durante il lustro 1940-1945, in un teso periodo bellico, l’azienda deve affrontare varie difficoltà, solo nell’immediato dopoguerra la Falck si adopera in interventi di riammodernamento e risanamento degli impianti cosa che fu possibile grazie al piano di aiuti economico-finanziari legati al piano Marshall.

Arriva nel 1963 la quotazione dell’azienda alla Borsa di Milano.

Il 1964 è l’anno di picco di questa parabola ascendente,  gli stabilimenti Falck impiegano oltre 16mila dipendenti. Nell’arco temporale che va dal 1970 al 1980, Sesto San Giovanni era la città con il più alto numero di lavoratori nel settore industriale, sul suo territorio oltre alla Falck erano presenti aziende quali la Breda, la Campari e la Ercole Marelli.

La crisi siderurgica mondiale

Dalla metà degli anni ‘70 inizia quel lento mutamento di scenario dell’economia globale che porterà alla crisi siderurgica ed energetica mondiale, seguita poi negli anni ’90 dal contingentamento delle quote produttive dettate dalla CEE.
Agli inizi degli anni novanta il management della Falck matura la decisione di ridurre la presenza nel settore siderurgico, aderendo al piano europeo di chiusure previsto nel quadro della legge 481/1994 (Finanziamento degli smantellamenti dei complessi siderurgici), allo scopo di riconvertire la Falck nei settori dell’ambiente e dell’energia da fonti rinnovabili. Seguiranno accordi con le autorità locali e con i sindacati operai, nel primo semestre del 1996 tutti gli impianti siderurgici di Sesto vengono smantellati.

Oggi la Falck ha consolidato tutta la produzione di energie rinnovabili del gruppo all’interno di Actelios, che ha in seguito acquisito l’attuale nome di Falck Renewables S.p.A., destinata a diventare azienda leader nella produzione di energia da fonti rinnovabili (rifiuti e biomasse).

Scioperi del marzo ’43 e ’44 – il “Passo Avanti” degli operai della Falck

Archivio del lavoro – foto di Silvestre Loconsolo | Sciopero dei lavoratori della Falck Unione

Nel corso del 1940-1945 in pieno clima di guerra, le industrie di Sesto furono militarizzate e la produzione dedicata al materiale bellico. Le condizioni peggiorarono: aumento delle ore di lavoro, diminuzione della paga e scarsità di cibo dispensato settimanalmente. Nel nord Italia furono diverse le manifestazioni nelle fabbriche.
Il reparto Bulloneria della Falck iniziò lo sciopero alle 13 del 22 marzo 1943 (ndr la foto è posteriore – 28/05/1968). Intervenirono in forze i fascisti, ma nonostante le minacce lo sciopero continuava e il giorno dopo incrociavano le braccia i lavoratori degli altri stabilimenti Falck, della Pirelli, della Ercole Marelli, della sezione IV e V della Breda. Una manifestazione imponente. Significativo l’aneddoto su come reagirono gli operai quando il generale tedesco Zimmermann fece radunare tutti i lavoratori della Falck sul piazzale dello stabilimento Unione e gridò al microfono:

«Chi non riprende il lavoro, è un nemico della Germania. Chi è nemico della Germania viene fucilato. Chi vuole continuare lo sciopero faccia un passo avanti».

Il triangolo rosso dei deportati

Tutti fecero un passo avanti e Zimmermann se ne andò.

In seguito il regime ordinò di deportare in Germania il 20 per cento degli scioperanti, che avranno come marchio distintivo un triangolo rosso appuntato sul petto.
Il New York Times aveva definito gli scioperi di quel periodo come la più grande dimostrazione di massa nell’Europa occupata, avevano partecipato oltre 200mila operai.

Nel marzo del 1944 un ulteriore sciopero, nel corso del quale si astennero dal lavoro 8.700 lavoratori della Falck. Il 6 marzo, reparti della Brigata nera milanese Aldo Resega irruppero negli stabilimenti di Sesto effettuando numerosi arresti.
In seguito a questo sciopero generale furono catturati 73 lavoratori della Falck e deportati nei lager nazisti, 45 vi morirono. In totale i deportati della Falck furono complessivamente 96 di cui 76 caduti.
Sistematici rastrellamenti nelle abitazioni dei dipendenti della Falck portarono ad arresti in massa.

Il Villaggio operaio Falck

Il Villaggio operaio Falck è un progetto edilizio di significative proporzioni che risale agli anni ‘20, venne edificato sull’impianto preesistente del vicino Villaggio voluto e commissionato dalla Fonderia Attilio Franco (1908) poi assorbita dal gruppo Falck.

L’aspetto urbanistico del villaggio riflette la prassi strutturale consolidata dei villaggi operai.

Le sue finalità erano quelle di rispondere all’esigenza di abitazione degli operai della fabbrica e nel contempo favorire la coesione della comunità lavoratrice e il legame con l’azienda.

A tal scopo, il complesso produttivo della Falck si circondò di svariati servizi divenendo un vero e proprio nuovo quartiere.

Le prime case erano dotate di giardini nella parte frontale oltre che di lavatoi e orti sul retro, così da permettere alle famiglie di migliorare l’alimentazione e integrare il reddito.

Nel 1923 venne costruito un campo sportivo su via General Cantore, che si estendeva fino al piazzale di fronte allo Stabilimento Concordia.

Negli anni ‘30 si aggiunsero la Chiesa di San Giorgio alle Ferriere, la Scuola elementare e una scuola materna aziendale in entrambe verrà adottato il metodo Montessori, con spazi per l’avviamento alla vita pratica, aule per la musica, un giardino e una fattoria.

Nel 1939 viene costruito il Villaggio Diaz conosciuto anche come Quartiere giardino. Il complesso, ideato da Giovanni Broglio, prende spunto dal  modello inglese del sobborgo giardino, un lotto triangolare con dodici edifici residenziali.

Ulteriori iniziative furono le colonie estive e le borse di studio per i figli dei dipendenti, le mutue interne per cure mediche agevolate e i soggiorni termali per i lavoratori.

Ad oggi il Villaggio Falck rientra nel progetto di candidatura di Sesto San Giovanni per l’UNESCO.

Il destino delle ex Falck e i diversi passaggi proprietari

Sono diversi i proprietari che si sono avvicendati dopo i Falck:

2000

Vendita

I Falck vendono ai Pasini

2000
2005

Vendita

i Pasini vendono all’immobiliarista Zunino

2005
2010

Vendita

Cessione area alla cordata immobiliare
capitanata da Davide Bizzi

2010
2019

Cessione in vista

Si profila all’orizzonte la nuova proprietà, probabilmente Prelios e Hines

2019
  • 2000 l’area viene venduta ai Pasini (Giuseppe e Luca Pasini, quest’ultimo presidente della Pro Sesto).
  • 2005 i Pasini vendono all’immobiliarista Zunino a capo del gruppo Risanamento, sarà lui ad affidare a Renzo Piano la riprogettazione dell’area. Il masteplan di Piano viene redatto e presentato nello stesso anno ma Zunino naviga in acque difficoltose e incerte, e il suo gruppo viene rilevato dalle banche.
  • 2010 l’intera area viene ceduta alla cordata immobiliare capitanata da Davide Bizzi, la Sesto immobiliare, che ripensa ad un progetto ambizioso da avviare entro il 2012.
  • 2019 del progetto Bizzi rimarrà poco o nulla, nel frattempo si profila all’orizzonte la nuova proprietà, si suppone  Prelios e Hines.

Si volta ancora pagina senza averla scritta, le idee circolano senza assumere forme concrete ma proviamo a curiosare nelle pieghe dei progetti.

La riqualificazione dell’ex area Falck e il progetto di Renzo Piano

Si immagini di ridisegnare 1 milione e 450 mila metri quadri e ricostruire una città.

Renzo Piano

Ripensare all’insieme delle infrastrutture viarie e alla necessità di creare zone residenziali e polmoni verdi, e nel contempo preservare i simboli di quella che è un’archeologia industriale ben connotata. Il progetto prende il nome di Milanosesto ovvero la riqualificazione post-industriale più grande attualmente in corso in Europa.
Nel masterplan originario del 2005 di Renzo Piano (RPBW – Renzo Piano Building Workshop) la strategia progettuale parte da un layout urbano aperto volto a sanare la frattura urbana che separa in due la città di Sesto a causa del passaggio della ferrovia che di fatto disgiunge il popoloso centro storico dall’attuale desolata area industriale.

Il progetto si articola sulle due arterie viarie principali, la “Rambla” e la “Traversa”.
La Rambla si innesta sul già presente Viale Italia in direzione nord-sud, dove sono previsti alti edifici dotati sulla sommità di giardini pensili, la Traversa è una nuova strada, che attraversa diagonalmente il sito in direzione est-ovest. Nel progetto si pensa ad una nuova riprogettazione della stazione ferroviaria.

È previsto un sistema stradale che limita il traffico di transito e consente una circolazione lenta e limitata ai nuovi viali urbani. Lo scopo è quello di creare un sistema di trasporto pubblico locale di tipo capillare, grazie alla realizzazione di nuove linee urbane servite da veicoli di nuova concezione elettrica e/o ad idrogeno (denominati “Elfo”), Tapis roulant lungo la Rambla e piste ciclabili pensate come una maglia continua su tutta la città.

I grandi “templi del lavoro” le icone dell’archeologia industriale sestese, manterranno la loro struttura fondamentale e saranno ristrutturati con l’inserimento di nuovi volumi funzionali per adibirli a biblioteca, area mediateca, plessi scolastici, spazi per praticare attività sportive, incubatori d’arte, spettacoli e grandi eventi, spazi per la ricerca e la produzione.

Masterplan Città della Salute

Sesto sarà la nuova sede della Città della Salute e della Ricerca, un nuovo complesso che ospita l’Istituto Neurologico Besta e l’Istituto Tumori.

Una curiosità sulla sirena della Falck

La sirena della Falck venne rimessa in funzione nel 2004, in occasione della visita dell’allora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Non scandiva ogni cambio di turno, ma solo l’ora del mezzogiorno. Dopo 15 anni, hanno pensato di smontarla dall’ex stabilimento Concordia per presunti problemi di sicurezza. Per questo motivo la storica sirena dovrà essere smontata, per essere poi custodita in un deposito.

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