Architettura

Arcosanti un progetto urbano nel deserto

Arcosanti è il frutto dell’idea di un architetto visionario (nel senso più nobile del termine), Paolo Soleri che già negli anni ’70 si prefigurò il destino del nostro pianeta con il suo ambiente naturale sempre più fagocitato da edifici, strade, asfalto, auto. Introdusse il concetto di ”Arcologia” fusione di due discipline quali Architettura ed Ecologia, fondamentale per capire la concezione ispirante del modo di costruire “intorno all’uomo” e che verrà spiegata in seguito.

Certo è che nell’immaginario umano risiede spesso il germe della genialità e del cambiamento, fare proprie certe idee significa anche partecipare attivamente al rinnovamento mentale, come ebbe a dire qualcuno:

“La conoscenza è limitata, l’immaginazione racchiude il mondo.” (Albert Einstein)

Ma cos’è Arcosanti e perché conoscerne la storia?

ARCOSANTI CITTÀ A IMMAGINE DELL’UOMO

By Cody from Phoenix, AZ (arcosanti vaults) [CC BY 2.0 (http://creativecommons.org/licenses/by/2.0)], via Wikimedia Commons

Nel progetto di Arcologia ideata da Soleri concretizzatosi in Arcosanti, si assiste a una “città esperimento” collocata nel deserto dell’ Arizona e che si compone di macrostrutture con finalità abitative, lavorative e ricreative.

Le strutture sono caratterizzate dalla complessità funzionale e strutturale, si utilizzano tecnologie pulite con una rete di collegamenti che rende superfluo l’utilizzo di mezzi di trasporto.

Soleri ha iniziato a costruire Arcosanti nel 1970 con il contributo di centinaia di volontari: un “laboratorio urbano” che “si contrappone alle grandi metropoli e alle loro periferie degradate” fondamentale per l’evoluzione delle “città del futuro”.

Il miglior modo per capire cosa sia Arcosanti e l’ispirazione da cui nasce, è quello di contrapporre due modelli, quello diffuso e quello di Arcologia.

Il modello diffuso o attuale di città, si basa sull’occupazione di più territorio possibile, ciò è insostenibile, la popolazione è in crescita, il pianeta e le sue risorse sono inversamente in esaurimento.

Il modello Arcologia si propone la ricerca di autosufficienza energetica, il controllo della qualità dell’aria e dell’acqua, la gestione sostenibile dei rifiuti, la produzione alimentare e lo sviluppo di attività in modo più efficiente.

Gli edifici sono tridimensionali e compatti; in media un’arcologia occuperebbe in estensione il due per cento circa di territorio rispetto ad una tipica città di popolazione simile. Tale ingombro incredibilmente piccolo è il risultato del concetto di miniaturizzazione applicata alla progettazione. Le strutture sono a volta, per scongiurare l’estensione urbanistica ed incentivare la convivenza uomo-ambiente. Inoltre una città così concepita favorisce percorsi mirati per spostarsi a piedi al posto dell’utilizzo di auto inquinanti.

Questa “visione” e rivisitazione del vivere comune, non può esaurirsi in un semplice concetto sullo stile architettonico, è piuttosto da intendersi come filosofia di vita, quella che ha motivato Soleri a materializzare un ideale.

PAOLO SOLERI L’UOMO E L’ARCHITETTO

Paolo Soleri

Soleri, è stato un architetto di formazione torinese trasferitosi in America subito dopo la laurea e morto nel 2013 all’età di 93 anni.

Una mente eclettica la cui attività abbraccia i campi dell’architettura, dell’urbanistica, della scultura e dell’arte ceramica. Progettista e teorico, ha scritto varie monografie e saggi.

Si  interessava di cosmogonia, la nascita dell’universo e il nostro rapporto con esso. Era affascinato dal deserto con il suo spazio e la sua luce un luogo vissuto come mistico, per instaurare un rapporto nuovo con l’ambiente.

Un ulteriore interesse riguarda la progettazione di città bioclimatiche a forma di diga o di ponte e dalla metà degli anni Ottanta Soleri studia e disegna modelli di città siderali e orbitanti.

Fabbrica Solimene – Vietri Sul Mare

Come anticipato, dopo la laurea al Politecnico di Torino nel 1946, si trasferisce negli USA dove per due anni lavora a Taliesin West in uno degli studi di Frank Lloyd Wright. Tornato in Italia, realizza la Fabbrica di Ceramiche Solimene a Vietri sul Mare (Salerno), quindi torna negli USA per stabilirsi a Paradise Valley, in Arizona.

Soleri pensa che “una città dovrebbe funzionare come un sistema vivente”. Gli organismi diventano più miniaturizzati e complessi nella loro evoluzione. Egli applica questo principio anche alle città.

Non usa mezze parole quando si tratta di bollare la piaga del consumismo: “La città medievale è stata contenuta entro i confini delle sue mura difensive. La città di oggi dovrebbe essere contenuta entro i confini di mura difensive in grado di combattere il consumismo”.

Se il cervello umano fosse bidimensionale, dice Soleri, “potrebbe coprire una superficie di una ventina di miglia quadrate”.  Si avrebbe bisogno di “migliaia di chilometri di connettori per il funzionamento”. E continua: “Ma il cervello umano, come si è evoluto, è un esempio di enorme complessità che avviene a causa della sua piegatura sopra, tridimensionalmente, su se stesso, e la nozione di miniaturizzazione è intrinseco a questo processo”.

RIPENSANDO A SOLERI

È affascinante pensare al cervello umano come modello di architettura, e ancora una volta la natura insegna, l’uomo non inventa nulla si limita a copiare (sovente male) quanto in natura è già altamente rappresentato.

Forse ripensare a Soleri è un invito a riappropriarci di un rapporto perduto o sbiadito con l’essenza delle cose semplici e naturali che al tempo stesso sono complesse. Allontanarsi da questo “senso” non ci renderà migliori o evoluti ma piuttosto fragili, impoveriti nello spirito e in balia di falsi principi.

Per chi volesse approfondire ecco alcuni link:

Paolo Soleri da Wikipedia
Arcosanti
Servizio Rai su Paolo Soleri

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