Architettura Itinerari

Villa Arconati e Borgo Castellazzo

 

Sommario
La Villa Arconati
Il Borgo di Castellazzo
Gli Amici di Castellazzo e il vincolo paesaggistico

La Villa Arconati

Villa Arconati, una prestigiosa residenza settecentesca della Lombardia a Castellazzo di Bollate nel Parco delle Groane, venne costruita nel 1742 dal conte Giuseppe Antonio Arconati intorno all’idea del tempo.

Successivamente lo sviluppo della residenza fu ad opera del Conte Galeazzo collezionista che annoverava nella sua bibilioteca il Codice Atlantico di Leonardo da Vinci, poi donato alla Biblioteca Ambrosiana e la statua di Tiberio ovvero Tiberio Magno.

In questa residenza hanno soggiornato personaggi come Arturo Toscanini e Antonio Vivaldi.

L’ultima persona ad avere abitato la villa fino al 1989 è stata la marchesa Beatrice Crivelli.

Dispersi arredi e collezioni alla fine degli anni Ottanta, l’ultimo erede vende villa e parco, da lì una serie di passaggi a società private fino ad arrivare all’attuale Fondazione Augusto Rancilio che ne sta curando il restauro.

Una parziale descrizione dei passaggi di proprietà (tratta dal sito “Amici di Castellazzo):

“Alla fine degli anni ottanta gli ultimi eredi storici, Crivelli-Binelli, vendono Castellazzo ad una Società Immobiliare romana (Persichetti-Caracciolo), ma dopo un anno circa la proprietà passa alla Società Immobiliare Gaussiana ( del conte Federico Radice-Fossati ). Attorno all’anno 2001 la Società Gaussiana passa di proprietà al Sig. Cesare Rancilio.Negli ultimi anni ha cambiato denominazione societaria in Villarconati srl sempre con lo stesso proprietario” – fonte ed approfondimenti

Il Il Festival di Villa Arconati, nato nel 1989 è un’evento periodico che contraddistingue il sito e che ospita concerti di artisti musicali di fama nazionale e internazionale.

Dal 2000 sono state avviate anche altre iniziative tese alla valorizzazione della villa, dal titolo “Il Giardino delle Maraviglie”.

Il Borgo di Castellazzo

Parallelamente alla residenza Arconati, si sviluppò il Borgo di Castellazzo, con ampie corti attigue una all’altra (Case Nuove, Corte Grande, Corte del Fabbro, Corte dei rustici con le stalle e l’aia).

Il Borgo si è sviluppato come un agglomerato rurale perimetralmente alla “Villa franca del Castellazzo” della quale si hanno testimonianze risalenti ad epoca medievale, un’estesa brughiera con boschi e con terreni destinati rispettivamente ad aratorio e a prato per il pascolo.

Nella sua fase iniziale si costruirono le case coloniche le stalle i rustici, seguite poi dalle abitazioni degli artigiani, degli agricoltori e degli operai della fornace. Il Borgo di Castellazzo si è sviluppato a Nord della Villa come sua naturale estensione, con successivi adeguamenti dei fabbricati e dei cortili fino a raggiungere l’attuale strutturazione agli inizi del Novecento.
Il complesso è suddiviso in più corti: dalla Corte Grande – con al centro il pozzo – alla Corte Nuova, un tempo riservata ai contadini, fino alla Corte delle Case Nuove e alla Corte del Fabbro. Furono in seguito annessi, oltre al Castellazzino, ad uso residenziale, la Cascina Sessa, le Fornaci, l’oratorio della Fametta e l’antico cimitero.

Si legge dala descrizione del borgo fatta dal sito della Fondazione Augusto Rancilio:

“Gli spazi del borgo che per la loro vicinanza strategica alla Fiera di Rho, e in prospettiva di Expo 2015, sono oggetto di studio di un nuovo progetto di recupero e riconversione immobiliare”.

Gli Amici di Castellazzo e il vincolo paesaggistico

 Gli Amici di Castellazzo , è un’associazione attualmente presieduta da Giancarlo Fecchio, formata da cittadini di Bollate che da 18 anni difendono le istanze del sito, preoccupati dal fatto che dopo l’uscita di scena della marchesa Crivelli, si potesse verificare uno snaturamento dell’originale destinazione d’uso a scopi edilizi.

Il 24 giugno 1997, avevano inoltrato una richiesta alla Soprintendenza di Milano per l’estensione del vincolo monumentale, che interessa la Villa Arconati, anche alle Corti di Castellazzo e ai terreni circostanti compresi nel Parco delle Groane.

Il 28 gennaio 2011, la Soprintendenza di Milano, accoglie la richiesta per il Borgo e gran parte del territorio, stabilendo con un Decreto, un nuovo vincolo monumentale notificato a tutti i proprietari, nel mese di febbraio.

Dal suddetto Decreto è stabilito perciò che le Corti dei Contadini, hanno la stessa tutela culturale e monumentale della Villa Arconati e del suo Giardino, vincolo che comprende anche i terreni per una ampia zona attorno al Borgo di Castellazzo. Un doveroso riconoscimento che accomuna le Corti Agricole alla stessa dignità culturale di Villa Arconati, con la quale assieme formano storicamente un monumento indissolubile.

Per estensione, sono stati posti a tutela vincolata, anche i terreni per un’ampia zona attorno al Borgo, quest’azione preventiva che si aggiunge al fatto d’essere già in pieno Parco delle Groane (da notare che lo stesso Consorzio del Parco delle Groane, nel dicembre 1994, decise di proporre una Variante al Piano, che prevedeva nuove volumetrie edilizie…), agisce da “scudo” a future e presenti ipotesi di speculazione edilizia.

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