Architettura

Urban Centre di Bollate

La ragion di Stato

L’Urban Centre di Bollate è un progetto architettonico che per essere realizzato ha comportato la distruzione di un’opera pubblica preesistente, una piazza con giardini e fontane, la quale versava in buono stato di conservazione ed era funzionale alle esigenze della cittadinanza.

Piazza prima dei lavori

Si è addotto al fatto che Bollate fosse priva di luoghi idonei con poche occasioni di incontro, dare nuova linfa alla cittadina facendola diventare una vetrina dell’arte e della cultura, era cosa necessaria.

Il volere della cittadinanza, si è mosso in direzione opposta, in molti hanno firmato per salvare la piazza ma a nulla sono valse rimostranze, proteste dei comitati di quartiere e non ultimo i costi lievitati dell’operazione.

Perché interessarsi a questo caso? Interessarsi al caso dell’Urban Centre di Bollate, è una lezione quasi accademica, sul come conciliare il sano pensare con l’utile agire.

L’opera

Il progettista dell’Urban Centre di Bollate è l’architetto Marco Sagnelli, l’edificio visto di lato, ha una vaga forma di goccia stesa orizzontalmente, è un gioco geometrico di pieni e vuoti, le due fiancate sono decorate con Clinker multicolore, la parte posteriore è per metà circondata da un basso pavimento d’acqua.

Un’opera di concezione moderna, anche interessante seppur beffardamente collocata a ridosso delle case popolari di via Turati di cui si è argomentato in questo articolo del sito.

Vista delle case popolari di Bollate

L’Urban Centre risulta enorme, collocato com’è in quello spazio nodale della cittadina, sarebbe facile dire eco-mostro ma ormai s’è detto.

Il bilancio di una scelta

Piazza Resistenza fontana

Prima delle ruspe, Piazza della Resistenza aveva un aspetto piacevole con la sua estensione visiva, un’agorà con lo scenario delle fontane rasoterra, che è stata mutilata dalla presenza di questo ingombrante progetto. Se si pensa allo status quo ante, questo edificio sembra caduto per sbaglio in mezzo alla piazza, le foto si commentano da sole senza ulteriore supporto argomentativo.

La costruzione della piazza avrà avuto naturalmente dei costi (pubblici), la stessa era in ottime condizioni, distruggerla anzitempo non appare un agire assennato.

I costi di realizzazione denunciati non giustificano lo scopo.

Anche la collocazione dell’opera era fattibile altrove, ci sono spazi nelle vicinanze che non avrebbero distanziato di molto dal centro la realizzazione del progetto.

Il merito delle cose ben fatte

L’intento di un’amministrazione che si spende per il benessere dei cittadini è lodevole, le azioni per perseguirlo sono altra cosa e, come dicevano i latini, Non multa sed multum (non molte cose ma molto bene) la perfezione o il perfettibile non sta nel verbo fare, ma nell’avverbio bene.

Peccato, perché il caso dell’Urban Centre di Bollate è un’occasione perduta, si spera possa almeno assolvere ai suoi fini, in conclusione, come direbbe Guido Ceronetti: “C’è un costruire che è molto più dannoso di qualunque distruggere

Immagini tratte da Google

2 Commenti per “Urban Centre di Bollate

  1. Anche per fare tutto quello che c’è attorno all’urban center hanno dovuto distruggere vasti campi coltivati a ortaggi l’urbanizazzione chiede dei sacrifici territoriali

    1. Buongiorno Alfio, nell’articolo ho più che altro voluto evidenziare l’opportunità di una scelta urbanistica, Urban Center nasce dalle ceneri di un’opera urbanistica già in essere, vissuta e voluta dai cittadini e mi sento di dire che un sacrificio “val bene una messa” se risponde a criteri di valore, sensatezza ed economia, continuo a credere che l’opera in sè sia interessante ma fuori posto e il sacrificio richiesto superiore ai benefici.

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